Chiara Fantaccione

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L’immagine è un elemento portante della nostra società: lo è nel privato, quando assume l’identità e la fisicità del nostro ricordo, o quando le viene delegato di rappresentare l’identità propria dell’individuo e lo è nel pubblico, quando diventa il wannabe e il wannahave; questa condizione contribuisce a mistificare le differenze tra reale e apparente, ma anche tra singolo e massa.

Nel contemporaneo svaniscono i confini tra oggetto reale e immagine digitale, e quest’ultima esiste come qualunque altra cosa, ed è più concreta del momento stesso che l’ha scaturita.

Questa ricerca artistica vuole sottolineare la fragilità del confine tra realtà e rappresentazione, in particolare osservando come nel contemporaneo le immagini acquisiscano un’identità più reale del reale stesso, la cui precarietà si rispecchia nell’eterna precarietà dell’immagine digitale. Il personale si confonde con il collettivo, la percezione dello spazio si spoglia di ogni intimità.

È la realtà stessa che fa da supporto all’immagine, che non rappresenta, ma esiste.

Chiara Fantaccione nasce nel 1991 a Terni. Si laurea all’ABA di Perugia e poi alla RUFA di Roma. Partecipa a diverse collettive, tra cui Chilometro 0 (The Gallery Apart), Assurdità Contemporanea (Temple University Rome), In da Place Out of Space (Spazio In Situ). Nel 2019 espone Area Videosorvegliata presso Una Vetrina. Nel 2017 svolge una residenza d’artista presso l’Opificio della Rosa (Montefiore, RN) e nel 2018 a Londra come project keyholder presso l’East London Printmakers. Dal 2017 fa parte dell’artist-run space Spazio In Situ.

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